Alla scoperta della Sicilia: Palazzo della Prefettura Trapani.
Istituita con Regio Decreto dell’11 ottobre 1817 insieme con le altre sei Province o Valli siciliane, la Provincia – Intendenza di Trapani fu posta alle dipendenze di un delegato del Ministero dell’Interno (Intendente), cui furono attribuiti compiti di tutela delle amministrazioni locali e di sorveglianza sull’ordine pubblico.
Gli uffici amministrativi dell’Intendenza furono allocati al primo piano dell’ex Collegio dei Gesuiti, mentre il palazzo del marchese Fardella, in piazza Sant’Agostino, fu destinato ad abitazione dell’Intendente. Nello stesso palazzo fu insediato il primo Consiglio provinciale (1° ottobre 1819), mentre era a capo della Provincia il barone Felice Pastore.
Con le “leggi amministrative di unificazione” del 20 marzo 1865 fu applicata in tutto il Regno d’Italia una riforma degli enti locali che non mutava sostanzialmente il quadro istituzionale. Cambiarono le denominazioni, ma rimasero pressoché inalterate le prerogative di Province e Comuni. Il Sindaco era nominato dal Re, mentre però furono distinte le funzioni della Deputazione Provinciale – che il Prefetto (ex Intendente) continuò ancora per qualche tempo a presiedere – da quelle proprie degli Uffici del Governo.
Si pensava intanto di costruire un edificio pubblico per la Prefettura e l’amministrazione provinciale. La Deputazione, il 25 aprile 1868, propone “di far eseguire un progetto estimativo per la erezione di un fabbricato ad uso di abitazione del Prefetto e degli uffici governativi”.
Il Consiglio Provinciale approvava il 20 novembre 1868 “la corrispondente esecuzione dell’opera col rinvenire un Appaltatore che si accontenti del pagamento in un periodo non minore di anni dieci”.
L’ingegnere Nicola Adragna Vairo, al quale venne affidato l’incarico di progettare l’opera, individuò lo spazio in cui costruire il palazzo nell’area compresa tra l’antico Castello di terra e la via Osorio, fuori le rimosse mura di levante. L’area suddetta ricadeva nel piano regolatore della “nuova città” che l’architetto Giovan Battista Talotti si apprestava a redigere. Il palazzo della Prefettura si sarebbe collocato nell’asse mediano tra il vecchio centro urbano e il territorio bonificato extra moenia, dove cominciavano a sorgere le industrie enologiche e molitorie, e si progettava il modulo ferroviario con la Stazione, della cui costruzione la Provincia di Trapani si era fatta, in quegli anni, e proprio tramite l’ing. Adragna, attiva promotrice.
Il progettista del Palazzo della Prefettura, Nicola Adragna Vairo (1833-1927), dirigeva dal 1861 l’Ufficio Tecnico della Provincia, dopo essere stato fino a quell’anno tenente del Genio Militare borbonico, e poi di quello sabaudo. L’appalto dell’opera fu dato a Mario Marrone, noto costruttore trapanese, e i lavori, iniziati nel 1874, furono ultimati nel 1878, con un costo complessivo di 312 mila lire, pagate a rate annuali. Ogni rata corrispondeva (come previsto nella delibera del ’68) a poco più della spesa che la Provincia era obbligata a pagare ogni anno per l’affitto dell’abitazione del Prefetto e per la manutenzione dei locali della Prefettura. Le decorazioni interne costarono 80mila lire, e poco più di 40 mila lire fu speso per l’arredamento.
Trapani fu teatro di uno dei più cruenti bombardamenti della seconda guerra mondiale. Il 22 Giugno 1940, appena dodici giorni dopo lo scoppio delle ostilità in Italia, intorno alle ore 13:00, una piccola squadriglia di aerei francesi, fece capire ai trapanesi che la guerra era ormai divenuta realtà. A seguito di quel bombardamento si ebbero 30 morti e circa 50 feriti e ad esser colpite furono le zone del Borgo Annunziata, del Corso Vittorio Emanuele, Porto e purtroppo anche la Prefettura. I danni furono ingenti, crollò praticamente il lato sud del Palazzo (lato giardino) lasciando quasi integro solo la Sala da pranzo di rappresentanza con le sue decorazioni a tempera sul soffitto.
La disposizione esterna del Palazzo è di un bugnato rustico pel basamento, sul quale un grande ordine ionico abbraccia le grandi finestre del piano nobile ornate con frontoni alternati triangolari e curvilinee, e le finestre del terzo piano guarnite di una semplice scorniciatura in giro. Riferiva Marco Augugliaro nel 1914 che “la sala del Consiglio Provinciale e alcune stanze dell’abitazione del Prefetto erano decorate di pitture a tempera, eseguite dal fiorentino Tito Govone e dal milanese Achille Scalaffa, mentre i mezzi/busto erano opera di Vincenzo Vela e dello scultore trapanese Leonardo Croce.
È possibile accedere all’interno del palazzo attraverso uno scalone monumentale sul lato a est dell’edificio, oltrepassando il grande e spazioso atrio interno costituito da quattro grandi portici.
Federica Romano© Federica Romano© Federica Romano©
Le sale sono così suddivise:
un grande corridoio arredato con grandi scrittoi/scaffali e divani in stile impero e arricchito con alcune opere d’arte di provenienza e fattura trapanese, siciliana e napoletana. Troviamo ad esempio diverse tipologie di ceramiche (Albarello, Cilindri, anforette e Maioliche) di manifattura trapanese e napoletana del secolo diciassettesimo (XVII) e di proprietà del Museo Regionale “A. Pepoli” di Trapani ma tutti provenienti dal Monastero di Santa Maria del Soccorso detto Badia Nuova di Trapani;
sui piani rialzati degli scaffali troviamo, invece, bei manufatti in alabastro di manifattura siciliana del diciannovesimo secolo (XIX sec.) e rappresentanti (Ercole, Ercole e il leone Nemeo, Ercole e Diòniso e un bel San Sebastiano) tutti provenienti dall’Ospizio Marino Sieri Pepoli di Trapani; a seguire abbiamo l’ingresso di rappresentanza e vari salottini di passaggio;
il bel Salotto Verde, chiamato così dal colore tipico dei suoi arredamenti (divani, poltrone e tendaggi), e arricchito anche da diversi oggetti di pregio storico-archeologico contenuti all’interno di vetrinette o su piedistalli. Possiamo trovare ad esempio all’interno di una vetrinetta tre pissidi tardo corinzie con decorazioni a figure antropomorfe e floreali nere del VI secolo a.C. proveniente dalla vicina zona archeologica di Selinunte e un bel cratere attico a colonnette e figure nere con scene di banchetto di fine VI sec a.C., anch’esso proveniente da Selinunte;
Federica Romano© Federica Romano© Federica Romano©
Il Salone delle Feste, caratteristico è il suo alto soffitto adornato di stucchi a motivi geometrici e floreali e abbellito al centro con un bellissimo esempio di grande lampadario con vetro di Murano. Vi si organizzano al suo interno diversi momenti musicali, come la Stagione concertistica “I Concerti al Palazzo del Governo”, voluto dal Prefetto in carica, con la collaborazione del Conservatorio “A. Scontrino” di Trapani;
la Sala da Pranzo di Rappresentanza, unica superstite del bombardamento del 1940, che ancora conserva il suo apparato decorativo (floreale e faunistico), intervallato da medaglioni rettangolari (con motivi floreali) e ovali (con maschere allegoriche) e abbellite con delle Cariatidi che sorreggono il cornicione centrale dove vi sono rappresentati tre finte aperture del soffitto che creano quella illusione di breccia verso il cielo poco nuvoloso, reso ancora più realistico dal volo di uccelli colorati; tutte decorazioni eseguite a tempera.

Successivamente vi è un’altro ingresso/salottino Verde, di pertinenza del Prefetto, e subito dopo vi sono le Stanze private della Presidenza della Repubblica italiana. Ogni Presidente vi soggiorna solo quando è in visita ufficiale in città e in Provincia e sono costituite da due stanze da letto, una privata del Presidente e l’altra degli ospiti al seguito del Presidente e da un bagno.
Come appena accennato il Palazzo è anche dimora momentanea del Presidente della Repubblica italiana in carica che raggiunge in visita ufficiale e istituzionale la città e altre zone della Provincia.
Ultimamente vi soggiornarono i Presidenti: Oscar Luigi Scalfaro l’8 Marzo 1997; Carlo Azeglio Ciampi il 12 Febbraio 2003; e Giorgio Napolitano il 10 Maggio 2010.
Infine sul lato sud del Palazzo troviamo un bel giardino composto da numerose varietà di piante mediterranee con al centro una monumentale fontana in tipica pietra calcarea trapanese.
Nonostante io sia trapanese non sapevo l’esistenza di questo bellissimo palazzo. Grazie ad un evento svolto a Trapani , “le vie dei tesori” ho scoperto nuovi posti.
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Grazie a tutti , ci vediamo alla prossima scoperta.